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Gay & Bisex

Puttana... Puttana


di santoBEVITORE
30.11.2011    |    26.975    |    9 8.3
"Si scappella del tutto e mi porge l'uccello..."
sto sognando.
sono nel giardino dietro alla vecchia casa di quand'ero bambino… quella casa che non c'è più da tanti anni, intorno a me solo neve e luci di natale, piccole stelle luccicanti in una notte diversa da tutte le notti.
nel sogno sono di nuovo un bambino di 9 anni e ho le pelle liscia e le guance paffute, la faccia sporca di cioccolata ormai rappresa. dietro al cipresso scorgo un movimento… e appare un coniglietto azzurro che mi zampetta incontro, poi un altro e un altro ancora. in pochi secondi sono circondato da decine di animaletti turchini… sembra che mi sorridano.
improvvisamente un grande, immenso senso di pace.
mi volto.
babbo natale mi guarda con infinito affetto, allunga una mano e mi accarezza i capelli.
quanta dolcezza, quanta serenità… quanto amore in questo gesto.
chiudo gli occhi e mi lascio sprofondare nella sua carezza così dolce.
è quasi magia.
poi la sua mano diventa sempre più insistente, più pesante, so che non è possibile… ma sembra che mi tiri i capelli…
un dolore forte, sordo, lacerante.
apro gli occhi e per una frazione di secondo cado in preda al panico: dove sono? che sta succedendo? cos'è questo dolore?
"ti sei svegliata finalmente brutta troia"
Alfio è steso sulla mia schiena e mi tiene per i capelli:
stavo dormendo e mi ha sbattuto il cazzo in culo in un solo colpo, brutalmente, come un animale.
da quanto tempo sono qui? sono arrivato da meno di 24 ore e sembrano già settimane, mesi che sono in sua balìa, che sono diventato una sua proprietà.
"ti apro il culo puttana!"
Alfio grugnisce e infila il suo uccellone con violenza senza smettere di tenermi la testa. si alza e si abbassa sopra di me e ad ogni spinta lo sento scavare dentro di me, affondare nel mio corpo, dilaniare la mia carne.
non faccio più resistenza… ormai.
babbo natale è sparito e ha lasciato in regalo un maschio rozzo e violento, sudato e manesco, sempre arrapato e incapace di tenerezza.
Alfio.
mi tira su il bacino e ci in fila sotto un cuscino.
"vedrai che così lo senti meglio"
lo sento uscire ed è come una bruciatura, un ferro rovente che continua a fare male anche dopo il contatto.
il fuoco, dentro al culo.
so che non è finita.
"prendilo!!!"
istintivamente cerco di contrarre i muscoli delle natiche per frenare quella furia di marmo che vuole travolgermi… ma è inutile; Alfio ha già preso tutto quello che voleva e continuerà a farlo, e ha già dimostrato che per quanta resistenza possa fargli LUI è più forte.
entra dentro di me e si spinge oltre ogni soglia.
il dolore parte dal basso ventre, avvolge i miei lombi e si rifugia nel cervello.
esplode.
di nuovo.
quante volte mi ha stuprato da ieri?
non lo so, il dolore mi annebbia la mente e molto particolari mi appaiono ammassati e confusi.
ricordo quando sono arrivato e ho avvertito l'odore rancido del suo sudore.
ricordo quando l'ho visto chiudere a chiave la porta e mettersi la chiave in tasca, ricordo il primo schiaffo, tanto forte da farmi cadere dalla sedia, che mi ha sorpreso lasciandomi senza parole.
ricordo il suo uccello mezzo duro che puzzava di formaggio e con la cappella incrostata di sudore e sedimenti, ricordo il mio viso rigato dalle lacrime e dalla sua sborra.
ricordo le sue risate ogni volta che ho tentato di oppormi e ho perso.
"sei una puttana… sei solo una puttana"
Alfio aumenta il ritmo dei suoi affondi, sento le sue palle sbattermi addosso all'impazzata.
"… solo una puttanaaaaaaaa"!
lo sento esplodere e sento il suo seme caldo arrivare a farcirmi. grugnisce e spinge il cazzo altre due, tre volte.
poi esce in un attimo e si stende al mio fianco, ansimante.
"vatti a lavare" mi dice con una voce che sembra provenire da ogni angolo della stanza "fra un quarto d'ora hai un altro cliente e hai una faccia che fa schifo"
un altro cliente.
ora che il dolore va placandosi i tasselli della memoria tornano al loro posto.

da quando sono arrivato mi ha fatto sbattere da 5 uomini, tutti sporchi, tutti sudati, tutti arrapati e viziosi, incapaci di tenerezza e di comprensione. nessuno di loro mi ha guardato negli occhi, nessuno mi ha detto qualcosa che non fosse un ordine o una volgarità.

è tutto nato da una chattata, una come mille altre, in cui avevo confessato ad Alfio la mia natura libertina, la mia assoluta dipendenza dal cazzo e dal maschio dominante, la mia irrefrenabile fantasia erotica e il mio insaziabile appetito sessuale.
"sei una puttana" mi aveva scritto "ne conosco di tipi come te… hai solo bisogno di capire QUANTO sei puttana, vieni a trovarmi e ti metto alla prova"
in quel momento pensavo solo alla sua descrizione (50 anni, robusto, peloso, cazzo grosso) e non immaginavo, davvero non immaginavo, che fosse così serio.
così ero andato da lui, e tutto era cambiato.
mi ha aperto la porta con un grosso sorriso che strideva con la sua maglietta unta e i suoi boxer deformati, ma era bello e robusto e il gonfiore nelle mutande era grosso… e sono entrato.
una volta che ha chiuso la porta a doppia mandata ha chiarito subito la situazione. dal mio ingresso al momento dello schiaffo sono passati meno di 3 minuti, poi mi ha appoggiato il suo cazzo lercio sulle labbra e me l'ha spinto in gola. "ne troverai anche di peggio" ha detto.
ho tentato di resistere e di prendere il cellulare ma l'ha afferrato e l'ha sbattuto contro il muro, fracassandolo, poi mi ha dato un altro schiaffo ed è tornato a scoparmi la bocca.
dopo la prima sborrata in faccia sono andato a rannicchiarmi in un angolo, mentre lui si fumava una sigaretta. "siete tutti uguali"ha detto "pensate di essere delle troie, volete essere trattati da troie… e poi scoppiate a piangere appena vi danno quello che volete" sembra incredibile ma non c'era traccia di cattiveria nella sua voce, piuttosto sembrava il lamento rassegnato di un vecchio insegnante che si rivolge alla sua classe di incapaci.
"ti ho fissato degli incontri… riceverai molte visite oggi, vedrai, saremo entrambi contenti: tu prendi il cazzo, io prendo i soldi, se fai storie ti spezzo una gamba"

il primo era stato un ragazzotto di 30 anni, alto e silenzioso.
era entrato, aveva dato i soldi ad Alfio che osservava tutto dal divano, aveva estratto l'uccello dai pantaloni, si era avvicinato e mi aveva preso la testa con le mani.
puzzava di piscio ma non sembrava particolarmente sporco.
aveva un cazzo lungo e sottile, si muoveva lentamente roteandomi il cazzo in bocca. era venuto in 5 minuti. tutto i gola.
"bevi tutto" mi aveva intimato Alfio "ha pagato per un bell'ingoio"
poi era stata la volta di un signore maturo, sui 65 anni, con la pancia prominente e i capelli radi.
l'ho visto confabulare con il mio carceriere, poi si è spogliato e si è disteso sul letto a pancia sotto.
"leccami il culo" ha detto
sembrava pulito, anche l'odore era migliore degli altri, ero ancora in preda al terrore… e ho leccato a fondo.
si è voltato e mi ha offertola vista delle sue palle flaccide da leccare, il cazzo ancora moscio.
"succhialo cagnetta"
lui sì, sembrava cattivo.
pareva godesse infinitamente della mia sottomissione completa.
ho accolto fra le labbra il suo pene morbido, ho leccato e succhiato aspettando un movimento, un segno di eccitazione.
niente.
il vecchio gemeva e socchiudeva gli occhi… sembrava davvero godere… ma non c'erano reazioni sul suo uccello.
ho ciucciato quella pelle inutile per qualche minuto, quando ormai la mascella mi faceva male ho avvertito un piccolo rigonfiamento… in pochi secondi il suo uccello ha preso vigore ed ha raggiunto una minima erezione… e ha sborrato. sperma caldo, liquido, amarognolo credo, non troppo gradevole; dopo 2 secondi era di nuovo carne morta.
poi era toccato al becchino.
ho capito che mestiere facesse dal suo impeccabile completo scuro, così in contrasto con quell'ambiente sudicio e degradato, e dal suo odore.
c'era il sudore, certo, come tutti gli altri, ma c'era di più:
c'era odore di buio, di fiori appassiti, di dolore.
odore di morte.
il becchino sembrava a casa sua, non ha nemmeno pagato il mio pappone, è entrato, mi ha guardato, ha sorriso e mi ha detto di mettermi a 4 zampe.
l'ho visto spogliarsi e riporre ordinatamente i propri abiti sull'unica sedia libera, piegandoli con cura.
è rimasto solo con la canottiera e i calzini scuri.
mi ha sputato sul culo e mi ha sbattuto dentro un cazzone largo e piuttosto corto. durissimo.
né violento né delicato, né brutale né romantico, mi aveva allargato il buco senza dirmi niente, senza toccarmi, senza ammettere che ero li, e che mi stava scopando.
"bel culo… ancora da rompere bene"
non l'ha detto a me, si stava complimentando con Alfio.
dopo avermi scopato per un bel pezzo mi ha messo in bocca il suo uccello ancora carico del mio afrore, me l'ha fatto pompare e mi ha sbrodato sulla lingua.
senza gemere e senza dire niente.

che posso dire degli altri 2?
entrambi meno che quarantenni, entrambi sudati e loschi, entrambi disposti a pagare qualcosa per potermi schizzare in faccia e in bocca.
il primo mi chiamava "amore" ma non c'era dolcezza nelle sue parole. anche la sua sborra mancava di dolcezza.
il secondo ha detto solo 3 parole "lecca, succhia, bevi"
erano uguali nel modo di usarmi senza "vedermi", erano uguali nel puzzo di chiuso, di solitario, di assenza emotiva.
comunque ero già rassegnato e non mi sono quasi accorto dei loro grugniti, dei loro schizzi e della loro indifferenza.


sono in bagno e mi osservo allo specchio.
non è cioccolata quello che ho in faccia, tante volte mi hanno sborrato sul viso… ma non mi riconosco nella mia immagine riflessa.
bussano alla porta.
"è arrivato… è ora di lavorare puttanella"
la prima cosa che noto sono i suoi capelli lunghi, tirati sul viso, poi la sua postura, leggermente curva, sembra che soffra ad ogni passo, ad ogni movimento.
lo sento bisbigliare qualcosa ad Alfio.
si avvicina a me
"non devi dire, niente, assolutamente niente" dice con una voce strana, deforme
"hai capito?"
faccio segno di sì con la testa
"bene"
si scosta i capelli dal viso e vedo le cicatrici.
quasi metà del suo volto è divorato da un'ustione rossa e viola che devasta irrimediabilmente uno sguardo che potrebbe anche essere bello, affascinante, magnetico.
si spoglia lentamente, con difficoltà, e rivela un corpo duramente segnato.
tutto il braccio destro è attraversato da cicatrici profonde, pelle accartocciata e fusa. orrore e dolore.
la rovina prosegue su un fianco e arriva a lambire l'inguine, ma i suoi genitali sono intatti.
ha il cazzo già duro, è grosso e la cappella è troppo grande per essere coperta del tutto dal prepuzio.
anche lui odora, ma non di sporco, odora di maschio, odora di voglia.
vedo che ha il glande umido. si scappella del tutto e mi porge l'uccello.
improvvisamente la pena per quel corpo martoriato supera la pena per me stesso e per la mia nuova condizione di puttana sborrata e abusata.
schiudo le labbra e mi sporgo a leccare la sua cappella bagnata, lo sento gemere.
inizio a sbocchinarlo prima delicatamente, poi più forte, via via infilo un po' più di cazzo in bocca… fino a che non sto pompando tutto il suo bel favone rigido e svettante.
"leccami tutto" dice con la sua voce rauca.
parto dalle palle, le lecco avidamente, le slinguo e le succhio, risalgo lungo l'asta del cazzo, proseguo verso l'ombelico… poi mi sposto verso la cicatrice e continuo a leccare.
per una frazione di secondo vedo lo stupore sul suo viso… ma non dice niente e continuo sfiorare le sue ustioni coprendole di baci mentre con una mano lo sego piano.
voglio farlo godere quest'uomo, non voglio essere preso, voglio donarmi a lui con tutto me stesso.
torno a leccargli le palle e la radice del cazzo, vedo che la cappella e di nuovo umida, la pulisco con la lingua e poi torno a succhiarlo profondamente.
ho succhiato molti uccelli nelle ultime ore… ma ora è tutto diverso… ora lo sto facendo con amore.
"rompigli il culo" il vocione di Alfio rompe il silenzio e disintegra tutta la nostra sintonia, il nostro affetto appena nato, e il mio cliente sfigurato cambia subito atteggiamento.
"girati puttana" si è rotto qualcosa nella sua voce.
mi volto sul letto e affondo la faccia nel cuscino lurido.
non posso spiegare la sensazione del suo tocco, non riesco a descrivere l'effetto dei suoi polpastrelli sulla mia pelle, i neurotrasmettitori sembrano impazziti e mandano messaggi confusi all'epidermide.
la sua mano rovinata è sulla mia schiena, si muove lenta verso il collo, con l'altra mi alza il bacino.
con il primo colpo fa entrare tutta la sua enorme cappella, per fortuna umida ma comunque troppo larga per non strapparmi un gemito di dolore.
le sue dite viola mi avvolgono il collo con una leggera pressione, per immobilizzarmi.
il secondo colpo è più forte e credo che sia entrato tutto.
il cuscino si ingoia il mio sospiro e lo mischia al fetore della stanza.
piano… pianissimo… inizia ad ondeggiare dentro di me
"gli devi rompere il culo… hai capito?"
la frase è la stessa di prima ma adesso c'è un rimprovero nella voce di Alfio.
il mio scopatore estrae completamente l'uccello, appoggia la cappella al buco e con un forte colpo di reni lo infila nuovamente tutto dentro. immediatamente lo toglie e ripete l'azione per 4 o 5 volte, ogni volta più forte, più violento, ogni volta con l'intento preciso di farmi sentire quella cappella immensa che mi dilania e tutto il suo cazzone che mi si pianta nelle viscere.
"bravo… così"
il consenso di Alfio sblocca la situazione e il mio compagno inizia a fottermi rapido, restandi dentro di me ma cambiando l'angolazione di ingresso del suo uccello, in modo di allargarmi il buco per quanto possibile.
la chiavata prosegue per almeno 15 minuti… non sento più il dolore e non provo nessuna rabbia… ma non riesco a godere. mi sembra tutto assurdo. il mio corpo viene trafitto da un mostro ma la mia mente è altrove… vaga alla ricerca di un senso.
"ora succhiamelo puttana…" la voce dello sfigurato recupera il filo dei miei pensieri e torno nel mio corpo.
mentre sistemo i cuscini dietro la testa lui sale a cavalcioni sopra di me e mi porge il suo uccello appena uscito dal mio culo. forse mi sbaglio… ma credo di vedere qualche traccia di sangue.
lo infila subito tutto dentro e prende a far oscillare i fianchi avanti e indietro, dentro e fuori, a giudicare dalla rigidità e da quella specie di sospiri che sta emettendo capisco che sta per venire e vuole che beva.
alzo lo sguardo e lo vedo sorridere.
non è un ghigno, non è malizioso… sembra… felice.
mi guarda. mi sorride. sorride a me… è felice con me.
la brutalità di Alfio adesso è lontana anni luce… siamo di nuovo solo noi 2 e voglio stare bene e farlo stare bene.
assecondo ogni suo movimento con il collo, roteo la lingua e la spingo in avanti fino a lambirgli le palle ad ogni affondo, allargo le labbra più che posso… e lo sento sborrare.
una fontana di seme si riversa nella mia bocca ma non ingoio subito… lo lascio pompare in quel piccolo laghetto di sborra fino a che non sento alcune gocce debordare dagli angoli e rigarmi le guance, piccole tracce lattiginose del suo e del mio piacere. ingoio il primo sorso abbondante ma lui continua a schizzare e a pompare… alla fine devo deglutire 4 volte per riuscire a respirare con la bocca.
il mostro si ferma, estrae l'uccello dalle mie labbra e si accinge a scendere dal letto.
"ti prego baciami!"
mi sorprendo io stesso delle mie parole.
non sono parole pensate.
sono uscite dalla mia bocca, le ho dette io… e ora che le ho dette so che è questo che desidero… ma giuro di non aver formulato un pensiero razionale.

è freddo, improvvisamente la temperatura sembra precipitata… e poi l'odore… sembra più forte.
con una delicatezza inaspettata si curva sopra di me, con la mano buona mi arruffa i capelli, si avvicina al mio viso, le sue labbra si schiudono, mi bacia.
un bacio lungo, profondo, un gioco di lingua e di scambio di saliva, mescolata al sapore della sua sborra.
amore.
non esistono altre parole.
amore di un secondo, amore mercenario, amore doloroso, ma amore.
amore nato morto, amore venuto dal buio, amore insensato, ma amore.
lo sfregiato si riveste, accenna un saluto al padrone di casa e se ne va.
mi pulisco il viso sfregandomi con il dorso della mano.
Alfio mi fulmina con uno sguardo
"vai nella doccia, subito"
mi raggiunge dopo pochi secondi, completamente nudo
"in ginocchio puttana, apri la bocca"
mi preparo a succhiare di nuovo il suo cazzo sporco e mi sorprende con il primo getto di piscio, direttamente in faccia.
"apri bene la bocca… voglio riempirla"
lo spruzzo caldo è preciso e in pochi secondi la sua urina mi sgorga dalle labbra proprio come pochi attimi prima sgorgava la sborra dell'altro.
"bevi tutto troia"
cerco di obbedire ma non riesco, mi va di traverso… sputo tutto.
"sei proprio una troia" e finisce svuotandosi la vescica sulla mia testa e sul mio torace.
"asciugalo con la lingua ora… e vedi di non sputare"
dice tutto questo mentre mi afferra per i capelli e mi spinge la bocca sul cazzo che ancora sgocciola piscio caldo.

lecco la sua ultima urina mischiata al suo sporco di sempre e vedo che inizia a indurirsi.
"fammi godere puttana" Alfio non si accontenta di umiliarmi pisciandomi addosso, vuole godere.
apro la bocca e lo accolgo sulla lingua.
muovo la testa e lo spingo dentro e fuori massaggiandolo con le labbra.
"più forte puttana"
le sue mani mi afferrano forte per i capelli e mi sbattono freneticamente la testa in un pompino furioso e violento.
fa male ma dura poco.
"siiiiiiiiiiii"
Alfio mi sborra in gola senza smettere di agitarmi la testa, spruzza e muove il bacino accompagnando ogni schizzo con un grugnito.
bevo tutto e lo ripulisco con la lingua fino a che non lo tira fuori.
"rivestiti e vattene… come troia non vali un cazzo"








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